Il Fuoco che
muove i Mondi
22 marzo 2011
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della Prof. Giuliana Conforto, astrofisica e docente di Fisica
In occasione della recente uscita del libro IL PARTO DELLA VERGINE
della professoressa Conforto, quale naturale seguito
dei precedenti
libri, BABY SUN e UNIVERSO ORGANICO,
siamo lieti di poter presentare questo articolo in cui un esperto ci
parla delle Forze del Cambiamento del prossimo futuro.
IL
FUOCO CHE MUOVE I MONDI:
Il fiume di
bosoni che può svelare l'immortalità senza bisogno delle religioni
Che cos’è la Vita? La questione è di scottante
attualità. Secondo il
credo comune è la “proprietà” di un corpo, solo il battito del suo
cuore, non il movimento, non il pensiero, non la coscienza. La Vita è
un mistero. Eppure alcuni lo hanno già svelato.
È “L’Amor che move il sole e le altre stelle”,
canta Dante Alighieri. “C’è un’unica Forza, l’Amore, che lega e dà vita
a infiniti mondi”, risuona Giordano Bruno. Non una proprietà di un
corpo quindi, ma una Forza che anima anche le stelle, la stessa che
l’uomo sente come amore. È solo poesia o filosofia? Può essere anche
realtà scientifica.
“L’unica forza” è stata scoperta. È il campo nucleare debole, l’unico
che ha un’intima e penetrante relazione con il “cuore” di ogni cosa:
quello del sole e delle altre stelle dove dirige la fusione nucleare,
quello della Terra e anche quello dei cristalli e delle molecole
organiche. Il “cuore” è la materia nucleare, la porzione più massiccia
degli atomi, la mobile matrice di ogni corpo visibile, anche quello
umano. È il campo nucleare debole che anima, muove il “cuore” e lo fa
girare; a temperature elevatissime, è come un fuoco che però non brucia
gli organismi, ma piuttosto li penetra nelle loro viscere più profonde,
nei nuclei appunto fino a co-muoverli, anzi commuoverci. Non è un
sogno. La focosa azione del debole nel corpo umano è realtà. Basta
superare i confini tra fisica e biologia per comprenderlo. I fisici
hanno scoperto i suoi tre messaggeri, i tre bosoni intermedi W+, W- e
Z°, negli anni ’80, al CERN, e così hanno svelato al mondo che il
“debole” è uno e trino; si sapeva già prima che è l’unico ad avere
un’accattivante e inquietante predilezione per la sinistra. “Non posso
credere che Dio preferisca la mano sinistra alla destra” aveva scritto
Einstein allarmato. E invece è così; quasi tutti i corpi naturali
preferiscono ruotare a sinistra, mostrano l’aspetto noto come
“manualità”, e testimoniano così la loro intima relazione con il
“debole”. La Vita gira a sinistra, riconoscono i biologi, tutti gli
amminoacidi che compongono le nostre proteine sono levogiri. È un
indizio importante, suggerisce che la Vita coincide con il campo
nucleare debole, come dicevamo, ma possiamo non fermarci qui e cercare
altri indizi.
Il debole ha effetti cruciali sul tempo. Il
bosone W-provoca, infatti, il processo con cui si misura il tempo,
anche quello “universale” con cui sono sincronizzati tutti gli orologi
del mondo: il decadimento radioattivo di un metallo, il Cesio 137. Con
questa misura del tempo gli uomini hanno diviso ciò che la natura ha
unito e cioè l’opera dei tre bosoni; così si sono resi schiavi dei
metalli, come ha scritto il lungimirante Platone nel 600 a.C. L’opera
congiunta dei tre bosoni può compiere meraviglie negli organismi: può
dilatare, restringere e persino invertire la freccia del tempo!
Possiamo ringiovanire? È possibile; l’invecchiamento dipende dalla
secrezione ormonale, fenomeno ultra celere legato all’ultra celere
campo debole che, in un attimo fuggente, può trasmettere un’enorme
quantità di inform-azioni e/o emo-zioni. Gli ormoni girano a sinistra,
condividono la toccante nota della Vita, sgorgano a centinaia, ogni
giorno, dalle nostre ghiandole endocrine, sono macromolecole di
notevole massa, tali da superare la soglia critica (50 MeV) al di sopra
della quale il “debole” non è affatto debole. La secrezione ormonale
può essere il frutto di un’interazione debole, non parziale come nel
caso dei metalli, ma globale, totale, tale da coinvolgere tutti e tre i
bosoni anche quelli neutri, Z°. Questi meritano una menzione speciale;
compongono la corrente neutra debole che, nonostante il nome tecnico e
di scarso impatto emotivo, è copiosa, massiccia e possente oltre che
penetrante, simile al “fiume impetuoso” di cui parlavano Eraclito e lo
stesso Bruno. Un’altra conferma. Ciò che appare debole ai freddi e
metallici strumenti di laboratorio, può essere un fiume impetuoso per
il corpo umano. Il nostro sistema nervoso è composto di miliardi e
miliardi di recettori, macro molecole sensibili e mobili. Muovendo il
“cuore” dei recettori, il fiume può provocare in loro un’eco, uno
sciame di fononi (quanti del suono) che si propagano a tutto il sistema
nervoso; questo, a sua volta, può muovere il sistema sanguigno,
dilatarlo, accelerare così la circolazione del sangue e provocare tutti
gli effetti tipici dell’eros. Lo sciame di fononi è come la freccia
lanciata da Cupido.
Guarda caso, la Vita si riproduce grazie all’eros.
C’è un altro indizio che i medici osservano normalmente. È una
diagnosi, la Risonanza Magnetico Nucleare, che lega lo stato di salute
del corpo umano all’orientamento degli spin nucleari che lo compongono.
Incredibile, ma vero, l’orientamento degli spin dipende dai bosoni
neutri, Z°. Ora che si sta sviluppando la Risonanza Magnetico
Funzionale si comincia a vedere il moto incessante della materia
cerebrale, una vera e propria danza coerente e fluttuante, a ritmi
elevatissimi. Ogni moto ha una causa, dicono le prime nozioni di
fisica, e le cause sono le forze; una è l’impetuoso fiume, non
un’ingenuità di antichi filosofi, ma una corrente di bosoni neutri,
“debole” per gli strumenti e freccia cocente per gli organismi. Il
“debole” può essere l’Amor che innamora, provoca l’eros e commuove la
psiche.
È troppo semplice? E perché la Vita, che anima tutti e tutto, dovrebbe
essere complicata? È che siamo educati a credere nella divisione tra
organico e inorganico, divisione mai provata però. “La Vita è tutto ciò
si riproduce e mantiene il suo ordine”, secondo la consueta
definizione. Oggi sappiamo che tutto si riproduce: universo, galassie,
stelle e sistemi solari in cielo e anche i cristalli del regno minerale
in terra oltre gli organismi. L’universo è vivo, ma le scienze non lo
dicono; al contrario dipingono un universo vasto e senza vita in cui
l’uomo è sperduto su un pianeta a risorse limitate. È bene conoscere la
scoperta ormai conclamata degli astrofisici: ben il 96% della massa è
oscura, non osservabile, ma di sicuro super-naturale nel senso che è
indifferente alle leggi che noi chiamiamo “naturali” - gravità,
visibilità e inerzia. Ebbene l’unica forza che può unire il misero 4%
restante, naturale e visibile, al 96%, supernaturale e invisibile, è il
“debole”.
Se il “debole” provoca l’eros, s’intravede il
disegno diabolico delle tre religioni monoteiste: gestire e controllare
l’eros è il modo migliore per evitare il contatto diretto con il
super-naturale. Ma c’è anche tanatos, si obietterà; si certo, ed è
facile mostrare che tanatos è l’effetto dell’altro campo nucleare, il
forte, utilizzato nelle centrali nucleari. Allora si può capire che
eros e tanatos, presenti in ogni tragedia umana, lo sono anche in ogni
nucleo atomico. La natura unisce ciò che le religioni hanno preteso di
dividere, eros e tanatos, bene e male. “Se questa scienza che tanti
vantaggi porterà all’uomo non servirà all’uomo per comprendere se
stesso, si rigirerà contro l’uomo” fu la profezia di Giordano Bruno,
confermata dai falsi confini che lacerano l’essere umano.
Dopo quattro secoli di scienza tutti ignorano gli effetti sul corpo
umano dei due campi nucleari, “debole” e “forte”. I biologi ci dicono
che i geni umani sono poco di più di quelli di un moscerino. Che cosa
osservano i biologi? La luce riflessa dai geni visibili, il campo
elettromagnetico; osservano quindi il misero 4% non il cospicuo 96% che
può stare ovunque, anche dentro i nostri corpi, composti di atomi…
vuoti. Dovremmo saperlo tutti, perché lo studiamo a scuola; l’atomo è
“vuoto”, ma il “vuoto” è pieno di energia e di particelle invisibili,
hanno scoperto i fisici negli anni ’30 del secolo scorso; non ne
parlano con i biologi però. È sul “vuoto” che artisti, saggi e poeti
danno da sempre uno poderoso contributo, riconoscibile anche nelle
scoperte scientifiche, se ne comprendessimo il significato umano.
Il “debole” è uno dei due campi che compongono la Forza Elettrodebole,
scoperta negli anni ’80; è il lato invisibile e più negletto (disprezzato N.d.R.) dei due,
mentre l’altro lato è il ben noto campo elettromagnetico,
l’intermediario di quasi tutte le osservazioni scientifiche. Qualcuno
potrebbe chiedersi se i due campi, debole ed elettromagnetico, sono i
due lati della Forza, portata sugli schermi dalla Saga di Guerre
Stellari. Vogliamo riunire scienza e fantascienza? Si e non solo; anche
l’arte, la letteratura e la musica, vogliamo riportare al centro
l’uomo, l’autore e il fruitore di tutte le discipline, vogliamo essere
liberi dalla teocrazia che finora ha dominato in un modo o nell’altro
tutte le società.
Se la Vita è la Forza Elettrodebole che ha un lato oscuro,
l’elettromagnetico, e uno luminoso, il “debole”, tutto si spiega in
modo semplice e umano, anche perché la scienza accademica è schierata
con il lato oscuro, l’unico campo che può osservare con gli strumenti.
Il lato “debole” della Forza ha tutte le note peculiari della vita,
oltre la manualità già citata, l’estrema celerità di processi vitali
quali la produzione di amminoacidi, il ripiegamento delle proteine, la
secrezione ormonale, il concepimento, lo sviluppo embrionale e anche
l’orgasmo. E se il “debole” fosse non un campo informe, come propone
l’immaginario scientifico, ma ricco di forme cangianti, mobili e
commoventi?
I tre bosoni, W+, W- e Z°, copiosissimi e dotati di grande massa,
possono comporre singoli corpi e anche un massiccio e fremente universo
cristallino, così come solo tre tipi di particelle (neutrone, protone
ed elettrone) compongono tutto l’universo visibile. Siamo di fronte al
mobile cielo cristallino di cui parla Dante? Si, e sarebbe proprio il
Paradiso perché l’informazione in un cristallo è diffusa all’instante
in ogni sua parte, non è distorta o manipolata, come in TV. Quello
cristallino è un universo ricco di armonia. C’è di più: è legato a
quello visibile. I tre bosoni W+, W- e Z°, infatti, penetrano tutti i
corpi; gli strumenti metallici non se ne possono accorgere, ma gli
organismi, soprattutto quelli umani, verticali e dotati di miliardi di
sofisticati recettori, si.
Quindi quello cristallino è il paradiso dal quale non siamo divisi, ma
del quale possiamo essere partecipi. I tre bosoni possono comporre il
corpo igneo di ogni singolo essere, il corpo di luce, dipinto da molti
artisti e oggi illustrato anche nei film.
“La morte è un dissolversi dei vincoli” dice Bruno, la separazione tra
i due corpi, l’igneo, invisibile ed eterno, e il fisico, visibile e
mortale. E allora? Allora la morte non è la fine; è solo “un
dissolversi dei vincoli”, uno spogliarsi dell’abito che ci rende
visibili sulla scena apparente, il corpo fisico, un involucro composto
di atomi, “vuoti” per la nostra cieca scienza, pieni di luce per i
poeti che ne hanno colto la fremente essenza.
Oggi milioni di esperienze di pre-morte in tutto il mondo, indipendenti
dalla condizione sociale e dal credo religioso, confermano l’esistenza
del corpo di luce e di un mondo dove i “morti” vivono felici. Chi
compie l’esperienza ha la certezza della loro realtà, ne sente
l’emozione viva, conserva il ricordo di una capacità d’amare che va
oltre l’orizzonte visibile. L’arte e la letteratura di tutti i tempi lo
hanno sempre superato in un modo o nell’altro e oggi lo superano, in
parte, anche le scienze. L’esistenza di infiniti universi è ormai
riconosciuta dai cosmologi che però trascurano il “debole” l’unica
forza che può unirli. Perché? La risposta è incredibile, ma vera. Il
“debole” è imprevedibile, intrattabile con la matematica usata per gli
altri campi, non si concilia con l’atto di “fede” comune a tutte le
scienze: il linguaggio universale, con cui la natura comunica agli
uomini, è la matematica. È una disciplina di sicuro affascinante, ma
che dire se il linguaggio universale fosse, invece, la musica?
La musica comprende la matematica e anche le emozioni che la
matematica, invece, esclude. La musica ha molti tempi; i fisici credono
al tempo unico, lineare, ignorano l’opera dei tre bosoni che può
comprendere infiniti tempi e persino discendere “dalle stelle alle
stalle”, dalle sue altissime frequenze originarie a quelle basse dei
corpi naturali. Infatti “discende” tramite l‘eco, i moti del sangue,
che sentiamo come emo-zioni (emo vuol dire sangue in greco).
Ed ecco il gioco del potere, la divisione. Gli antichi lo riconoscevano
nel motto divide et impera e i moderni lo applicano ancora: alcuni si
schierano con un lato, altri contro e così tutti favoriscono il gioco
del potere. Se la Vita è una forza universale, come hanno sempre detto
i poeti, ed è la Forza Elettrodebole, come propongo, la via è l’unità
di tutti i suoi lati che nulla hanno a che fare con gli schieramenti
politici, né con le scienze che escludono l’eros e le religioni che lo
reprimono.
La via è la Vita, l’unità di infiniti universi, la verità che ci rende
liberi se siamo disposti a superare i confini. Quali? Tutti, perché
tutti sono inventati e utili a conservare il potere.
Il FUOCO non è spirito; è il MESSAGGIO INTELLIGENTE che anima i mondi,
la VITA, che può compiere l’alchimia nel corpo di chi vuole e cerca con
sincerità la propria evoluzione.
Giuliana Conforto
fonte website: www.giulianaconforto.it
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